Terracina: tra capperi e ciclabili
Esplorando la pianura pontina ed il litorale, è impossibile non imbattersi almeno in uno dei capisaldi della costa. Sabaudia, San Felice o Terracina.
Questa mattina siamo stati a visitare proprio quest’ultima. Una città molto caotica, piena di traffico ma anche di piccole perle. Una città antica le cui origini si perdono nella leggenda e che si impegna a restare al passo con i tempi impegnandosi anche nella mobilità sostenibile. Ad un primo impatto infatti, sembra che la città sia ben servita da piste ciclabili e da ottime rastrelliere facilmente rintracciabili nella parte bassa della città.
Al di sopra di questa si staglia il tempio di Giove Anxur, situato sull’ultima propaggine dei monti Ausoni.
Il complesso si presenta molto diverso da come lo ricordassi da bambino.
Si paga io biglietto (7€) e dentro possiamo trovare un magnifico bar con terrazza sul mare ed i resti sono stati sapientemente restaurati.
Il complesso religioso presenta ancora tanti misteri ed il punto sicuramente focale è la caverna naturale, proprio di fronte al mare, in cui pare che il vento, soffiando, facesse sentire l’eco della voce del dio.
Un complesso molto interessante anche dal punto di vista naturalistico. Dalla sommità è infatti possibile ammirare un panorama eccezionale. A destra il monte Circeo, con il mitologico profilo della maga, e a sinistra il lago di Fondi. In più, all’interno del parco, è possibile ammirare anche la biodiversità dell’area grazie ai quadri esplicativi delle piante presenti.
Come non notare infatti i bellissimi capperi che pendono dalle mura del tempio o le piante di ferula che si racconta vennero usate da Prometeo per trasportare il fuoco rubato agli dei.