Malati, non clienti. Nasce la rete sostenibilità e salute
– di Luca Nardi –
Il 26 giugno scorso è nata a Bologna la rete sostenibilità e salute: ventuno organizzazioni no profit italiane si sono unite in una rete che mira a porre l’attenzione più sul benessere effettivo dei pazienti che sui profitti che se ne possono ricavare; per introdurre un modello di sanità che sia veramente sostenibile, da tutti i punti di vista, e per riportare il rapporto medico-paziente più sul piano umano che su quello asetticamente professionale.
Si tratta del frutto più importante della conferenza nazionale “Decrescita, sostenibilità e Salute” organizzata dal Movimento per la Decrescita Felice che si è tenuta lo scorso autunno nella camera dei gruppi parlamentari a Roma.
L’atto di formazione di questa rete è la stipulazione della Carta di Bologna, un documento che pone appunto l’accento sull’insostenibilità del modello attuale di sviluppo, che, si legge sulla Carta è “fondato su una crescita illimitata e indiscriminata dell’economia, senza attenzione all’equa redistribuzione della ricchezza e ai diritti delle persone, non è sostenibile dal punto di vista economico, sociale e ambientale, ma soprattutto non è in grado di assicurare la piena tutela della salute delle generazioni presenti e future”.
Leggiamo infatti sul sito della Rete che “recenti studi confermano che su 2.500 prestazioni sanitarie supportate da buone evidenze scientifiche solo il 46% è sicuramente utile e il 4% è giudicato dannoso [1] , e che chi vive in regioni ad alta intensità prescrittiva sperimenta livelli di sopravvivenza peggiori di chi vive in regioni a bassa intensità prescrittiva [2]”.
Secondo la Rete, necessitiamo infatti di un sistema sanitario, e più in generale di una società, che guardi con lungimiranza al benessere effettivo delle persone e che queste siano viste prima come individui che come clienti.
“È indispensabile che il Servizio Sanitario Nazionale, basato sulla prevenzione e sull’assistenza primaria, resti una risorsa per tutti, senza diseguaglianze di accesso, indipendente dalle influenze del mercato, sulla base di un sistema che valuti i risultati in termini di ‘produzione di salute’ e non solo di numero di prestazioni sanitarie erogate”, queste le parole di Jean Louis Aillon, portavoce della Rete e vicepresidente del Movimento per la Decrescita Felice.
Un progetto che presenta quindi buonissime prospettive, un ottimo strumento nelle mani di cittadini e -si spera- politici.
– Sito: www.sostenibilitaesalute.org
– Pagina Facebook: Rete Sostenibilità e Salute
[1]Garrow, J. S. (2007) ‘How much of orthodox medicine is evidence based?’, BMJ, 335(7627), 951-951.
[2]Wennberg, J. E. (2011) ‘Time to tackle unwarranted variations in practice’, BMJ, 342.