Green Economy

A Lampedusa un’estate diversa insieme alla Tartarughe

La tartaruga Caretta Caretta è la specie più diffusa nel Mediterraneo. “Diffusa” nel senso che possiamo trovarla più o meno in ogni paese bagnato dal mare nostrum ma presente comunque in così pochi esemplari da renderla ormai a rischio estinzione.
Proprio nei mesi estivi maschi e femmine si danno appuntamento per la riproduzione a largo delle spiagge su cui nidificheranno. O su cui, almeno, proveranno a nidificare. La specie infatti è in via di estinzione per la mancanza di spiagge sicure dove nidificare ed a causa della pesca diretta o indiretta.

Proprio in Italia però si cerca di aiutare questi splendidi animali (di cui tra l’altro sappiamo ancora molto poco) grazie ad un ospedale attrezzato nell’isola di Lampedusa. Qui volontari e veterinari curano le tartarughe ferite a causa dell’uomo per poi rimetterle in libertà.
C’è però sempre bisogno di aiuto ed a raccontarcelo è Emanuele Limardi, uno dei volontari del centro.

10311180_650022145047464_4479311705599977994_nIl vostro ospedale è gestito da qualche associazione? Come sei diventato volontario?
L ‘ospedale marino di Lampedusa fa parte dell’associazione Caretta Caretta onlus, anche se coadiuvato dal WWF da cui il centro prende il nome. Per prestare volontariato non è necessario essere iscritto a nessuna delle due associazioni, basta solo tanta voglia di fare, una buona dose di adattamento e spirito di iniziativa.
Partecipo ogni anno e le tartarughe, il centro e l’isola sono ormai diventati così familiari per me che “il ritornare” non solo è divenuta una necessità ma un bisogno vero e proprio.

Le tartarughe che curate sono malate o ferite?
Le tartarughe presenti all’interno dell’ospedale marino presentano più o meno le stesse problematiche: nel 70% dei casi vengono ritrovate con ami da pesca all’interno dell’esofago, o addirittura dell’intestino. Quello che facciamo è operarle, rimetterle in sesto e dopo vari mesi di degenza finalmente liberarle di nuovo in mare. Molte altre hanno necrosi alle pinne, dopo essersi impigliate nelle reti da pesca: in tal caso il nostro compito è  cercare di recuperare le pinne ferite oppure, ove non è possibile, purtroppo si procede all’amputazione, anche se molto spesso arrivano da noi già prive di pinne.
Purtroppo la pesca è un grave problema per questa specie ormai prossima all’estinzione. I volontari si danno molto da fare sia nella cura diretta degli animali, sia portando avanti campagne di sensibilizzazione tra i turisti e i pescatori di Lampedusa. È un lavoro duro e spesso stancante, ma a fine giornata un sorriso e il saper di avere fatto qualcosa di buono ripaga tutte le fatiche.

Perché proprio a Lampedusa?
Per due motivi. Il primo è che la biologa Daniela Fregi, fondatrice dell’ospedale marino, circa venti anni fa ha deciso di trasferirsi in quest’isola magica e dedicare tutta la sua vita alla cura e alla salvaguardia delle tartarughe marine. Il secondo motivo è che Lampedusa è una delle rotte migratorie della Caretta Caretta: da maggio a settembre, questi meravigliosi animali vengono a nidificare sulle spiagge dell’isola, anche se ormai sta diventando sempre più difficile trovare un nido o assistere ad una schiusa, causa il turismo selvaggio, la pesca intensiva e tradizionale e l’inquinamento dei fondali. Il centro è diventato un polo importantissimo per lo studio e la salvaguardia di questi animali dove si sono migliorate e sperimentate tecniche operatorie per la rimozione degli ami all’interno dell’apparato digerente delle tartarughe che ormai vengono utilizzate in tutto il mondo e con il nome di “Lampedusa Style”

Come si fa a diventare volontario?
Per diventare volontario non servono requisiti specifici ma solo tanta buona volontà, spirito di adattamento ( i volontari vivono nella stessa casa e condividono le attività quotidianamente),e direi una passione smodata per questi animali, per tutto ciò che riguarda la salvaguardia e la tutela dell’ambiente e del loro habitat. È vero ci occupiamo di tartarughe ma il nostro sguardo va anche oltre: crediamo che la natura sia la casa di tutti e che vada rispettata e protetta

Quali sono i mesi più “caldi”? E quanto costa partecipare?
Il campo è aperto tutto l’anno anche se i mesi dove c’è più affluenza sono quelli estivi, da maggio a settembre. Il costo dipende dal periodo, diciamo che in media sono richiesti 15 euro al giorno compreso vitto e alloggio.

Volete quindi passare un’estate diversa facendo del bene alla natura e agli animali? Ecco tutti i contatti:caretta

Sito Lampedusa Tourtle Group,

Mail: dafregg@tin.it

Cel.: 338 21 98 533

Facebook: Lampedusa Tourtle Group

Matteo Nardi

Giornalista ciclista. Scrivo di ambiente e tecnologia

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